Sono giorni complessi in città, si respira un’aria pesante. La mia anima sente che il cambiamento arriverà e solo grazie all’impegno dei giovani. A poco a poco come le formichine si sta riuscendo a darle un nuovo volto e di ridarle una dignità e un’identità culturale che la caratterizza fortemente.
In questi ultimi giorni mi sono rincuorata dopo aver letto sui giornali che uno street artist dal nome particolare Jorit Agoch(da buona napoletana ho fatto fatica a pronunciare!!) sta cercando di dare un nuovo volto a Napoli e alla sua periferia e di restituirle il colore . Allora subito mi sono fiondata a Forcella dove Jorit ha regalato al quartiere uno stupendo murales che raffigura il nostro Santo patrono San Gennaro.
Miei cari vi assicuro che mi ha regalato delle emozioni fortissime perché il San Gennaro di Jorit ha un volto particolare diverso da quello che siamo soliti vedere. Un volto di una persona semplice dai lineamenti marcati tipici dei napoletani veraci. Un volto che sembra guardare al cielo come se invitasse i napoletani a non smettere di sperare e di sognare mai.
Mi piace paragonare Jorit al grande Totò perchè come lui si guarda intorno e prende ispirazione dalla gente comune per le sue opere. Totò era solito osservare la gente del suo quartiere dando vita a dei personaggi che interpretava nei suoi film.
Jorit ha regalato alla città di Napoli altri bellissimi volti come quello di Fedez a Pianura in Via Provinciale Montagna Spaccata, venendo da Pianura verso via Cinthia o dalla bambina zingara di Ponticelli o al ritratto del critico Achille Bonito Oliva sotto un viadotto, tutti somigliantissimi ed eccezionali. Meravigliosi e significativi anche i tre visi di Eduardo de Filippo che chiudono le saracinesche del Teatro San Ferdinando e anche quello di Rocco Hunt a Salerno.
Ma chi è Jorit? O’ vulit sapè?
Jorit nome di battesimo, Agoch pseudonimo è nato a Napoli,da padre Italiano e madre Olandese.
Ha iniziato a dipingere a tredici anni con lo spray sui muri della sua città natale Quarto, nella periferia nord di Napoli.
Quest’attività nella sua fase iniziale era legata alla volontà di marchiare i luoghi che frequentava in compagnia della sua cerchia di amici.
L’attenzione di Jorit si concentra sulla raffigurazione realistica del volto umano che inizia a marchiare con due “strisce” rosse sulle guance,che rimandano a rituali magici/curativi Africani in particolare alla procedura della scarnificazione Rito iniziatico del passaggio dall’infanzia all’età adulta legato al momento simbolico dell’entrata dell’individuo nella tribù.