Giornata mondiale dell’amicizia: 5 modi per dire “Ti voglio bene” a Napoli

L’amicizia a Napoli è una cosa seria e un buon napoletano dimostra il suo affetto regalando emozioni per il palato. A Napoli puoi dire “ti voglio bene” ad un amico in 5 modi: scopri cosa puoi offrire per dimostrarglielo.

L’amicizia mi fa venire in mente la tarantella che prevede una certa intesa tra i due danzatori. L’intesa é fondamentale tra amici che si comprendono anche senza parlare. Anche la complicità, la condivisione e la spontaneità sono elementi importanti di una vera amicizia.

Per me l’amicizia ha un valore prezioso e merita di essere celebrata ogni giorno. Così l’ONU ha deciso di darle il giusto merito istituendo nel 2011 la giornata mondiale dell’amicizia riconosciuta come sentimento di valore, promotore di solidarietà e comprensione tra i popoli.

Cosa offrire ad un amico a Napoli

L’amicizia consiste nella manifestazione di gesti d’affetto, di rispetto e di onestà. Da buona napoletana un gesto d’amore che potrei compiere nei confronti di un amico é quello di offrirgli qualcosa di buono da mangiare o da bere.

La condivisione del cibo regala momenti unici. Devo ammettere che non c’è cosa più bella di guardarsi negli occhi mentre si mangia o si beve insieme. Da soli ci si rilassa, insieme ci si emoziona.

A Napoli puoi dire “Ti voglio bene” al tuo migliore amico in 5 modi con:

  • una frittatina da Di Matteo a via Tribunali;
  • una pizza da Concettina ai 3 Santi al Rione Sanità;
  • un fiocco di neve dalla Pasticceria Poppella in giro per Napoli;
  • una limonata a cosce aperte da Carolina a piazza Trieste e Trento;
  • una spiga con ketchup e maionese.

Il caffè sospeso come gesto di amicizia

caffè sospeso al Gambrinus

I napoletani offrono continuamente il caffè che, in realtà, non é altro che una dimostrazione di affetto nei confronti di una persona a cui vogliono bene. Quando un napoletano é felice non può fare a meno di pagare il caffè per lui e per chi viene dopo. Così é nato il caffè sospeso che consiste nel lasciar pagato un caffè per chi non puó pagarselo ma ne ha il desiderio.

Pubblicato da Valeria

Napoletana verace, classe 89. Laureata in Culture Digitali e della comunicazione presso la facoltà di Sociologia dell'Università Federico di Napoli.

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